venerdì 17 maggio 2013

L’ITALIA DEVE PUNTARE SULL’ENERGIA “SMART”

Secondo gli analisti il nuovo quadro istituzionale, forte di un governo al debutto, può fare molto, e persino bene, per risolvere il rebus dell’energia italiana, in bilico tra oneri fuori controllo per incentivare le rinnovabili e crescenti esigenze di sostenibilità, sia economica che ambientale.
In un panorama modificato, con il solare fotovoltaico che si avvicina alla grid parity (la competitività assoluta nei costi di generazione elettrica), rimane il problema della scarsa programmabilità che obbliga a ripensare la questione delle reti.

Per molti gestori è fondamentale promuovere l’elettricità come un vettore energetico da diffondere anche nel riscaldamento domestico e puntare sulla mobilità elettrica. Inoltre, investire nel settore “smart” può essere già adesso redditizio, nonostante l’imminente esaurimento del quinto (e forse ultimo) “conto energia” per il fotovoltaico.
I costi di installazione si sono infatti dimezzati e il ritorno economico può essere più rapido.
Un altro settore da tenere attentamente in considerazione, in termini di aiuti normativi e incentivi, è quello dell’efficienza energetica.

Sono, infine, immensi i margini nel nostro sistema industriale, nella mobilità e nell’edilizia (specialmente quella pubblica).
Non vi è infatti ancora alcuna certezza sul fatto che gli sgravi fiscali del 55% dedicati alle ristrutturazioni edilizie verranno resi strutturali.

Nel frattempo Tullio Fanelli, sottosegretario al ministero dell’Ambiente nel Governo Monti, ha lanciato una proposta: finanziare l’efficienza energetica attraverso l’emissione di particolari bond, obbligazioni senza scadenza. Una manovra che non genera debito, bensì risparmio energetico e, di conseguenza, Pil. 

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