Il rapporto si pone l’obiettivo di promuovere una migliore gestione sostenibile ed innovativa di tutti i rifiuti, aspetto che garantirebbe un minor impatto ambientale e una crescente forza per l’economia italiana. Come riportato dal più recente rapporto ambientale stilato dall’Unione Europea, l’utilizzo di risorse materiali a livello globale è aumentato esponenzialmente dal 1900 ad oggi, ed è previsto che entro il 2030 sarà addirittura raddoppiato. In un contesto di questo tipo diventa sempre più importante elaborare opportune strategie in grado di sfruttare tutte le diverse possibilità che possono derivare da una migliore gestione dei rifiuti urbani, sia dal punto di vista della sostenibilità che dell’innovazione, in modo da costituire un vantaggio per gli occupati e per l’intera economia nazionale. Per fare ciò, come sostenuto da Pietro Colucci, è necessario dotare il nostro Paese di moderni centri di riciclo nei quali sia possibile trasformare gli scarti in nuovo materiale utilizzabile, riservando le frazioni messe a dimora solo ai rifiuti che non siano ulteriormente recuperabili.
Gli obiettivi fissati per il 2020 da Symbola e Kinexia, all’interno del Rapporto Waste End, si propongono di effettuare una riduzione dei due terzi dei rifiuti destinati alle discariche, passando dal 38% al 12% del totale, raddoppiando i livelli di raccolta differenziata, dall’attuale 43% all’82%, ridurre il rifiuto indifferenziato dal 57% al 18% e la pratica dell’incenerimento dal 17% al 7%. Questo processo richiede la sospensione della costruzione di nuovi impianti, così come la dismissione di tutti quelli attualmente presenti che risultino inefficienti sia dal punto di vista energetico che economico. Con il raggiungimento di questi risultati si assisterebbe ad un aumento della capacità da parte delle aziende di preparazione al riciclo dalle attuali 12 milioni di tonnellate alle oltre 24 milioni, portando il recupero di materia proveniente da processi industriali dal 24% al 48,5% e consentendo di privilegiare soluzioni meno inquinanti e più innovative.
Il progetto Waste End porterebbe anche un grande miglioramento sia dal punto di vista occupazionale che economico, permettendo la creazione di numerosi posti di lavoro e aumentando il valore della produzione industriale da 1,6 miliardi di Euro agli oltre 2,9 miliardi. Questa sorta di rivoluzione creerebbe un notevole benessere all’ambiente intero, grazie al minore utilizzo delle risorse e la conseguente diminuzione delle emissioni, valutata in circa 18 milioni di tonnellate di CO2, e consentirebbe ai cittadini un risparmio di circa il 20% nei costi di gestione dei rifiuti urbani.
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