Pietro Colucci ospite a TGR Ambiente Italia: “ambiente e lavoro
devono camminare di pari passo”
Pietro Colucci,
Presidente ed Amministratore Delegato di Kinexia SpA – società attiva nel
settore delle energie rinnovabili e dell’ambiente – ha partecipato lo scorso 8
marzo ad una puntata di TGR Ambiente Italia, trasmissione televisiva di RAI 3
dedicata a tematiche ambientali, con attenzione particolare verso iniziative di
tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile.
Sollecitato dal conduttore televisivo Beppe Rovera, Pietro Colucci ha sottolineato che, a
fronte di un tasso di disoccupazione giovanile che ha superato il 40%, la green economy - tra energie rinnovabili,
chimica verde e valorizzazione del patrimonio ambientale - potrebbe offrire un
contributo rilevante in termini occupazionali. In particolare, Colucci ha
suggerito un nuovo modo di pensare al rapporto tra lavoro e ambiente: devono e
possono avere uno sviluppo complementare. E’ un percorso virtuoso e
percorribile, come documentato dalle proiezioni del Green Jobs Act di
Unioncamere e Symbola, che hanno stimato in almeno 3 milioni i potenziali posti
di lavoro nella green economy.
Nel corso della trasmissione, si è parlato anche della
valorizzazione del patrimonio artistico del Paese. A Pietro Colucci è stato
chiesto un parere sull’intervento privato nella tutela del patrimonio
nazionale. Il Presidente di Kinexia si è detto assolutamente favorevole a
questo genere di iniziative anche se ha ricordato, citando il caso di Della
Valle, che gli imprenditori che hanno sponsorizzato iniziative di questo
tipo si sono poi dovuti scontrare con
non poche difficoltà burocratiche.
E in merito alla problematica del dissesto idrogeologico,
Pietro Colucci ha ricordato “Gli Stati Generali della Green Economy”, giunto
alla seconda edizione, nell’ambito del quale sono stati analizzati vari settori
della green economy, tra cui la
tutela del patrimonio ambientale. Dallo studio è emerso che un investimento da
5 miliardi di euro per la tutela del patrimonio ambientale, oltre a notevoli
ripercussioni sull’occupazione e sull’indotto, consentirebbe di risparmiare tre
volte tanto negli anni a venire. Anche in questo caso, secondo Colucci, il
problema principale è legato alla burocrazia, con una sovrapposizione di
competenze che scoraggia gli investitori.
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