E’ recente
la notizia del conseguimento della certificazione SR10 per la responsabilità
sociale e territoriale da parte di Kinexia SpA, società del Gruppo Sostenya
attiva nei settori della produzione di energia da fonti rinnovabili e
dell’ambiente. Kinexia SpA è la prima società quotata in Italia ad avere
ottenuto questa autorevole certificazione, che attesta l’integrazione della
responsabilità sociale nel sistema di gestione. Le imprese che hanno la
certificazione SR10 sono riuscite a fare diventare la Corporate Social
Responsibility parte integrante della strategia aziendale. Cosa questo
significhi nella pratica lo ha spiegato bene Pietro Colucci, Presidente e AD di
Kinexia SpA, in un’ intervista al quotidiano Avvenire di qualche giorno fa.
Sulle pagine
del quotidiano Pietro Colucci, ha sottolineanto
che “è una responsabilità davvero enorme
che si concretizza non soltanto nei processi di certificazione, ma nella scelta
stessa del nostro modo di fare impresa. La responsabilità è verso i nostri
azionisti ed investitori, a cui diciamo che lo scopo del nostro progetto di
impresa non è la spasmodica ricerca del profitto fine a se stesso, ma quello di
una equa remunerazione del capitale investito che non sia mai in conflitto con
la sostenibilità ambientale e sociale delle nostre scelte”. Un nuovo modo
di fare impresa, dunque, che tiene conto soprattutto della sostenibilità
ambientale, è alla base delle strategie di Pietro Colucci e del Gruppo
Sostenya.
L’intervista
ad Avvenire è anche l’occasione per parlare del settore e delle sue enorme
potenizalità, anche in termini occupazionali. Pietro Colucci infatti parla di
rinnovabili come di “un pezzo di futuro,
nonostante le forti resistenze e difficoltà a cambiare un sistema industriale
obsoleto”, con straordinarie possibilità per i giovani che vogliano
lavorare nel settore. “Già oggi sono circa
3 milioni gli addetti, ma ce ne sono altrettanti, sia già impiegati che in
cerca di occupazione, che possono essere attratti in questa spirale virtuosa”
ha dichiarato Pietro Colucci ad Avvenire.
Essi sono, in buona parte, “tecnici per
la produzione di energia da fonti rinnovabili, informatici per la
digitalizzazione delle città con le Smart City, esperti di logistica per
mobilità sostenibile, agronomi e periti per la valorizzazione dei prodotti
biologici, chimici per la cosiddetta ‘chimica verde’ che lavori per sostituire
con le bioplastiche le plastiche di derivazione petrolifera”. Si
tratterebbe, secondo Pietro Colucci, di una “straordinaria energia per creare ed impiegare occupazione sana,
motivata e stabile, perché rivolta al futuro”.
Non a caso,
i progetti di Kinexia sono numerosi, dall’autoproduzione ed autoconsumo di
energie rinnovabili all’efficienza energetica, passando per la possibilità di
ridurre i consumi per le piccole e medie imprese. Per i prossimi cinque anni,
Pietro Colucci e Kinexia puntano inoltre all’internazionalizzazione del proprio
modello d’impresa, con l’obiettivo di arrivare ad un bilanciamento tra
fatturato estero e domestico.
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