Sono stati definiti come una delle cinque scoperte che cambieranno il mondo:
stiamo parlando dei biocarburanti estratti dalle alghe marine.
Indubbiamente rappresentano un significativo passo avanti verso
l'autosufficienza energetica.
Nel 2011 l'Autorità Portuale di Venezia ha avviato un progetto pilota
nell'isola di Pellestrina. Si tratta di un progetto che ora è in standby in
quanto ancora troppo piccolo per poter produrre la quantità d'energia necessaria.
Da un bioreattore, infatti, in un giorno si ottengono 30 chili di polpa
d'alga e da qui vengono estratti 3 chili di biocombustibile. Servirebbero
quindi più bioreattori.
Il processo di produzione sfrutta la fotosintesi, per trasformare l’energia
del sole in materia organica. La polpa d'alga che viene così prodotta va poi processata e trasformata in olio;
da qui verrà poi estratto il biocarburante.
Si tratta di un combustibile pari a quello fossile, ma con il vantaggio di
essere a “chilometri zero”.
La sperimentazione di Venezia ha però messo in luce anche i limiti del
progetto: per avviare una produzione su larga scala sono necessari un
significativo investimento economico e la disponibilità di terreni vasti e particolarmente
soleggiati, spesso difficili da trovare in Italia.
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