La situazione emersa ha portato a interrogarsi su come un mercato attivo da tempo, senza mai un’inflessione, possa essere in una situazione così preoccupante e complessa. Le prime riflessioni degli esperti portano alla luce tre aspetti fondamentali. Primo fra tutti la crisi finanziaria che ha drasticamente rallentato i ritmi di produzione e consumo, con effetti evidenti anche sulla quantità di scarto. Il secondo punto è una sempre più diffusa sensibilizzazione ambientale verso una logica “Zero Waste”. Il terzo e ultimo punto è da considerarsi una conseguenza dei precedenti, ovvero un effetto depressivo dei prezzi di smaltimento con conseguente aumento dei prezzi riguardanti le materie prime derivanti dai rifiuti.
L’effetto di quanto sopra descritto ha come causato una presenza superiore di strutture a fronte di una scarsa materia, con una vera battaglia tra gli operatori per acquisire rifiuti per i propri impianti. Ovviamente questa rilevante diminuzione della presenza di rifiuti ha causato anche una depressione dei prezzi di smaltimento come nuova voce a carico degli operatori impossibilitati a sostenere gli alti costi d’impianto.
Raggiunto questo punto, con un evidente capovolgimento di scenari, la soluzione si può identificare in un nuovo modello industriale mirato al recupero di materiali con procedimenti di raccolta differenziata ottimizzati alla gestione dei rifiuti alla fonte con una valorizzazione delle nuove tecnologie di produzione energetica. Dato queste premesse, una previsione futura oltre i dieci anni vede una capacità di recupero e riciclo con percentuali elevate quasi totali.
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